La “stella” Dylan Mouth illumina un’edizione 2016 del Gran Premio di Milano coperta dalle nubi e bagnata da una pioggia fitta e battente. Il bis nella classica già vinta lo scorso anno era ampiamente nelle previsioni, seppure accompagnata dai dubbi relativi al rientro e all’attitudine al terreno che è diventato corsa dopo corsa sempre più pesante: tutto spazzato via con una performance che dà l’ennesima dimostrazione delle potenzialità del campione della scuderia Effevi, che speriamo in futuro saprà dimostrare anche in qualche confronto all’estero.
Felice Villa ha sempre creduto nel valore internazionale del suo campione: Dylan Mouth, dopo la vittoria nel Premio Presidente della Repubblica di Gruppo 1, è stato trasferito in Inghilterra presso le scuderie di Marco Botti. La scelta di ritornate a Milano però ha le sue ragioni, il feeling con la pista milanese è indubbio, a San Siro l’erede di Dylan Thomas è stato sconfitto dalla sola Lovelyn nel Jockey Club dello scorso anno, nelle altre occasioni ha sempre imposto la sua superiorità, e anche stavolta è stato così. In realtà i rivali non hanno fatto molto per contrastarla, lasciando che Lanfranco Dettori ingaggiato per montare il favorito facesse i propri comodi e riducesse la corsa ad una lunga progressione negli 800 metri finali: in queste condizioni, era impensabile creare grattacapi, ma l’accelerazione piazzata ai 400 finali è stata impressionante, e Dylan Mouth ha scavato un abisso tra se’ e i rivali conquistando una vittoria netta che induce a guardare con ottimismo ai prossimi ingaggi. Circus Couture ha completato il trionfo di scuderia, ma certo il riferimento nel Premio Roma lasciava pensare che il divario fra i due potesse non essere così marcato come enunciato dalle oltre cinque lunghezze che lo hanno separato dal vincitore. E gli ospiti? Ritirato per il terreno contrario Victory Song, vittima di avvio infelice Lovato, presto in crisi Taratchi, il migliore è risultato Novano, terzo su Touch of Genius, ma in una dimensione ben distante da quella del vincitore.
