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La Disfida dei Castelli e dei Comuni di Montecatini e Pistoia alla sua terza edizione all'Ippodromo SNAI Sesana (Rosellini - Trenno)
La disfida e la sua storia rivivono all’Ippodromo SNAI Sesana
8 Settembre 2017

La terza edizione all’Ippodromo SNAI Sesana della “Disfida dei Castelli e dei Comuni di Montecatini Terme e di Pistoia” (cancelli aperti alle ore 19:00 – inizio corse 20:10 – ingresso gratuito), è un evento unico per rievocazione storica, cultura, intrattenimento e sport. Dal 2008, in aggiunta al Palio dei Rioni, la Pro Loco Montecatini Alto ha istituito questa manifestazione nominandola “Disfida dei Castelli e dei Comuni della grande Valdinievole” e facendo riferimento alle battaglie medievali, in particolare quelle del 1203, 1315 e 1330, che si sono svolte alle pendici del Castello di Montecatini tra Guelfi e Ghibellini per la conquista del territorio.

Dal 2015 la disfida è patrocinata dal Comune di Montecatini Terme, viene realizzato con la triplice collaborazione di Pro Loco Montecatini Alto, Comitato cittadino Giostra dell’Orso di Pistoia e con Società Trenno Srl che mette a disposizione l’Ippodromo SNAI Sesana di Montecatini Terme.  Ciò rende possibile una variante dell’evento che vede protagonisti cavalieri e cavalli, soggetti di primaria importanza anche nelle battaglie medievali, anziché la consueta gara di tiro con l’arco.

I quattro Rioni di Montecatini (San Pietro, Carmine e Porta di Borgo oltre a Casina Rossa) si confronteranno in un torneo con i quattro Rioni di Pistoia (Cervo Bianco, Drago, Leon d’Oro e Grifone). Il  Rione che risulterà vincitore si aggiudicherà il “Drappo o Palio” che quest’anno la Pro loco ha commissionato all’artista Montecatinese Aleandro Roncarà.

Ma la disfida è soprattutto storia. Sono passati 702 anni da quel 29 agosto del 1315 quando, nei pressi di Montecatini, fu combattuta una delle più sanguinose battaglie della storia medievale italiana. Due schieramenti: uno composto da una coalizione di forze Ghibelline che vedeva unite Pisa e Lucca; l’altra composta da una coalizione Guelfa con Firenze, Siena, Prato, Arezzo, Volterra e San Gimignano, che godevano del sostegno di ulteriori forze provenienti da Napoli, dalla famiglia degli Angioini. La battaglia fu vinta, a sorpresa, dalle forze Ghibelline e ciò segnò un punto di svolta nella storia d’Italia. Infatti questo esito costrinse non solo Firenze, ma anche lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, a ripensare le proprie ambizioni di espansione.

Nella battaglia di Montecatini le forze Ghibelline, capitanate da Uguccione della Faggiola, signore di Pisa, e dal suo vice Castruccio Castracani, condottiero lucchese, affrontarono quelle Guelfe, guidate da Carlo d’Acaia, Carlo Tempesta e Filippo di Taranto. Dopo aver occupato la Valdinievole, i Ghibellini avevano posto sotto assedio Montecatini, mentre i Guelfi Borgo a Buggiano. Con una netta supremazia numerica di forze in campo i Guelfi erano sicuri di vincere la battaglia decisiva, ma così non fu.

Nella notte tra il 28 e il 29 agosto 1315, Uguccione tolse l’assedio da Montecatini e si allontanò lasciando campo libero agli avversari. I Guelfi, a questa notizia, interpretarono l’azione come una fuga e decisero di inseguirli. Ma caddero nella trappola predisposta da Uguccione che, per una indisposizione, lasciò il comando a Castruccio Castracani. Lo scontro tra le due fazioni si svolse presso il torrente Borra. Castruccio Castracani inviò all’attacco un contingente di circa 800 mercenari tedeschi a cavallo, supportati dal tiro di micidiali balestrieri pisani che provocarono pesanti perdite nella formazione Guelfa. Queste ultime, dopo un tentativo di resistenza, non riuscirono a controbattere e si diedero alla fuga inseguite dai Ghibellini verso le paludi della piana. Bloccati nelle acque paludose, i Guelfi furono massacrati, compresi due dei tre comandanti Guelfi, Carlo d’Acaia e Carlo Tempesta, mentre Filippo di Taranto non partecipò alla battaglia perché indisposto. La disfatta fu per Firenze enorme, non solo per l’alto numero di vittime sul campo, ma anche perché dovettero versare ingenti riscatti per liberare i prigionieri catturati dai Ghibellini. Secondo il resoconto di Machiavelli le forze filo-fiorentine che caddero in battaglia furono circa diecimila morti, un numero elevato per l’epoca, mentre furono circa 300 le perdite da parte pisano-lucchesi.