Gli ippodromi del galoppo e del trotto di San Siro hanno rappresentato, sin dalla fine dell’800, una parte molto importante della storia dell’ippica nazionale ed in particolare della città di Milano. Le volontà, gli sforzi e la passione dei nobili milanesi per le corse hanno decretato il successo di questo sport.
È a partire dai primi anni del XIX secolo che vengono istituite le prime corse di cavalli, nell’area milanese di Corso Buenos Aires e Piazza D’Armi, oltre che a Castellazzo di Rho, Casbeno e Varese. A seguito del grande successo riscosso, nacque l’esigenza di istituire degli enti in grado di organizzare le corse con un’adeguata programmazione. Il 1 gennaio 1883 venne costituita la Società Lombarda per le corse dei cavalli, che qualche anno più tardi affittò un terreno in zona San Siro ed inaugurò il primo Ippodromo di San Siro.
Presidenti della Società Lombarda per le corse di cavalli a Milano: Conte Gian Pietro Cicogna Mozzoni (1883-1884), duca Ludovico Melzi d’Eril (1885-1887), principe Gian Giacomo Trivulzio (1887-1898).
© Archivio Ippodromi di San Siro
La grande affluenza di spettatori alla vecchia pista di Castellazzo impose alla Società lombarda una nuova soluzione, più vicina al centro abitato milanese. Venne affidato all’architetto Giulio Valerio il progetto di un ippodromo a San Siro, inaugurato nel maggio del 1888. Qui ritratto, il recinto del pesage.
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Il mondo dell’ippica era in fermento: nel 1906 il presidente della Società, Emilio Turati, istituì con i membri del consiglio la Società Anonima dell’Ippodromo di Trenno, con l’obiettivo di ampliare il complesso ippico, dotandolo di strutture valide sia per l’esercizio del trotto, che per il galoppo, oltre ai terreni per l’allevamento e l’allenamento.
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Il successo decretato dalla costruzione del primo ippodromo fece crescere il desiderio di realizzare una struttura più grande, che potesse anche ospitare spettacoli di livello internazionale. Nel 1911 fu indetto un concorso per un progetto in muratura, che rispondesse alle nuove esigenze strutturali. Il progetto fu vinto dagli architetti Vietti Violi e Arrigo Cantoni, che iniziarono i lavori nel 1914 ma furono costretti ad interromperli l’anno successivo con l’ingresso dell’Italia in guerra. Il nuovo Ippodromo di San Siro venne terminato a fine della Grande Guerra, nel 1919. Proprio in quell’anno la Società Anonima Ippodromo di Trenno cambiò denominazione in Società Anonima Trenno. Anche la Società Lombarda cambiò denominazione in Società di Incoraggiamento delle Razze Equine (SIRE) che estese la sua azione a livello nazionale.
“Istromento del sedici gennaio 1919. Verbale dell’assemblea degli azionisti Ippodromo di Trenno”. Nel documento compare la proposta di cambio di denominazione da Società Anonima Ippodromo di Trenno a Società Trenno.
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“Società d’Incoraggiamento per le Razze Equine in Italia. Verbali Consiglio di direzione” (1928-1935). Nella seduta del 10 marzo 1928, tra le modifiche statutarie, vi è la presa d’atto del passaggio da Società lombarda per le corse di cavalli a SIRE del 1919.
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Il 25 aprile 1920 circa 10mila persone varcarono i cancelli del nuovo Ippodromo di San Siro. Si trattava di un pubblico variegato, di ogni estrazione sociale, seppur diviso nelle diverse zone di accesso. Le tre tribune, l’ampio parco botanico, e le cinque piste da corsa adatte ad ogni tipo di percorso donarono alla città di Milano uno degli Ippodromi più grandiosi d’Europa.
Ingresso ippodromo.
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Tribuna del pesage.
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Palazzina del pesage e direzione.
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Vista dalla palazzina del pesage.
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Tribuna del galoppo
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Le tribune
© Archivio Ippodromi di San Siro
Le corse al trotto apparvero in Italia al principio dell’Ottocento come evento provinciale, ricco di fervore popolare in occasione di fiere o feste di patroni. A Milano, inizialmente, non furono prese in considerazione questo tipo di corse, anche se “cavalli attaccati al birocchino”, bighe e pariglie, si esibivano all’Arena in occasione delle Feste di maggio, ed i driver erano guidatori dilettanti. Le prime vere corse al trotto si svolsero in Piazza delle Armi, e possono essere datate 1862. Così come per il galoppo, anche il trotto ebbe l’esigenza di istituire un suo ippodromo regolamentare. Nel 1892 venne inaugurato l’impianto “Il Trotter” in Piazza Andrea Doria, a cui seguì un notevole sviluppo di tutto il settore, compreso quello giornalistico. Anche se le corse al trotto non avevano ancora il sostegno e l’organizzazione di quelle al galoppo, grazie alla prestazione di Vandalo, la volta successiva, all’Arena, si presentò una folla tale che fu sospesa la vendita di biglietti.
© Biblioteca Ippodromi di San Siro
Milano, Piazza d’Armi. Corse al trotto con i “biroccini”.
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27 ottobre 1892: inaugurazione del “Il Trotter” di Piazza Andrea Doria.
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Sulla scia del successo delle corse al trotto, nel 1893 a Milano sorse la prima fabbrica di sulky a ruote pneumatiche, ed uscì il primo periodico dedicato interamente ai trottatori: “Il Trotto”.
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Il 2 novembre 1905 venne inaugurato un nuovo impianto per le corse al trotto (una pista da mezzo miglio con molti box e tribune): il Trotter di Turro.
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Fu a seguito di una visita all’ippodromo del galoppo di Milano che Mussolini, entusiasta, chiese al Presidente della SIRE di dotare la città meneghina di un’adeguata struttura per le corse del trotto. Il 25 novembre 1925 veniva dunque inaugurato il primo Ippodromo del trotto di San Siro, e per la corsa di apertura giunsero cavalli da tutta Europa. L’impianto venne realizzato in pochi mesi, grazie alla direzione tecnica degli ingegneri Valerio e Somaini per la pista, e dell’architetto Paolo Vietti Violi per le tribune e le scuderie.
La pista del primo Ippodromo del trotto vista dalla tribuna.
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La pista del primo Ippodromo del trotto. Sullo sfondo lo Stadio San Siro in ristrutturazione (1955).
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© Collezione privata – Archivio Ippodromi di San Siro
Il guidatore, seduto sul suo sulky, dirige il cavallo all’interno dell’Ippodromo del trotto attraversando il parcheggio delle auto: i box dell’impianto del “Vecchio San Siro” non erano più sufficienti.
© Agenzia giornalistica Italia – Archivio Ippodromi di San Siro
Terminato nel 1977, il “nuovo” San Siro occupò una superficie di 152.000 mq, la pista era lunga 1 chilometro e quella di allenamento 900 metri. Il pubblico era ospitato in 2 tribune da 5.200 posti a sedere, ed i box per i cavalli erano più di 500. Fu un grande successo, tanto che nel 1988 si riuscirono a disputare ben 140 giornate di corse.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Durante i lavori le corse continuano! I cavalli sono in pista per gli allenamenti.
© Agenzia giornalistica Italia – Archivio Ippodromi di San Siro
Durante i lavori le corse continuano e si svolgono anche delle corse.
© Agenzia giornalistica Italia – Archivio Ippodromi di San Siro
Durante i lavori le corse continuano e si svolgono anche delle corse.
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Il “Nuovo” Ippodromo del trotto: veduta aerea dell’impianto.
© Biblioteca Ippodromi di San Siro
Immagini del complesso dopo la ristrutturazione e l’ampliamento: la pista. Sullo sfondo le scuderie.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Immagini del complesso dopo la ristrutturazione e l’ampliamento: la zona delle scuderie.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Immagini del complesso dopo la ristrutturazione e l’ampliamento: la zona delle scuderie.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Anche in Toscana, a fine ‘800, le corse al trotto si svolgevano nelle fiere di paese e nelle piazze d’armi, ma con i primi del ‘900 si sentì la necessità di organizzare le corse più seriamente, con la creazione di un’attività ufficiale vera e propria. Intanto, in quegli anni di fermento, Monecatini Terme stava diventando, oltre ad un centro termale di eccellenza in Europa, anche un centro di divertimento ed intrattenimento per l’alta borghesia. Nascono i grandi hotel ed i teatri, e non poteva mancare un Ippodromo. Nel 1916, dopo 2 anni di lavori, il barone Giuseppe Petrone ed il commendator Giuseppe Sesana danno vita all’Ippodromo Sesana. Nonostante la Grande Guerra fosse già iniziata, a Montecatini si respirava aria di divertmento e le corse non si fermarono.
1916 – Costruzione Ippodromo. Il Commendator Sesana è in centro.
© Archivio Studio Fotografico Rossellini
15 agosto 1917 – Montecatini, Adlon ed Ettore Barbetta
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1920 – Ippodromo Sesana
© Archivio Studio Fotografico Rossellini
1922 – Pubblico al Sesana
© Archivio Studio Fotografico Rossellini
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1937 – L’Ippodromo Sesana con il nuovo impianto di illuminazione. Negli anni ’30 il commendator Sesana rileva le quote dell’Ippodromo, ne diventa unico proprietario e inizia a dedicarsi al miglioramento dell’impianto, sia dal punto di vista tecnico strutturale, che di accoglienza di pubblico.
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1937 – Inaugurazione impianto luci. Nel 1937 viene installato un nuovissimo e moderno sistema di illuminazione della pista, che permetterà lo svolgimento delle corse serali e notturne.
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1938 – Sesana corse notturne. Durante il periodo della II Guerra Mondiale l’Ippodromo lavorò molto poco, qualche corsa nei primi anni ’40, ma venne chiuso negli anni più duri del conflitto, fino alla grande riapertura nel 1946.
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1955 – Le nuove tribune. Nel 1949 la nuova proprietà SIRE contattò l’oramai famoso architetto di impianti sportivi, Paolo Vietti Violi che progettò il rifacimento delle tribune e degli spalti, inaugurate qualche anno più tardi, nel 1953.
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1955 – Corse al Sesana con le nuove tribune. La ristrutturazione permise all’impianto di essere considerato un gioiello nella sua categoria, e di poter essere incluso fra uno dei migliori ippodromi metropolitani europei.
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1950 – Veduta aerea del Sesana
© Archivio Studio Fotografico Rossellini
1977 – Tribune al Sesana
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1990 – Panoramica notturna Ippodromo Sesana. Negli anni successivi l’Ippodromo, e tutta Montecatini, vissero anni di corse gloriose, i cui protagonisti furono i cavalli più famosi della storia del trotto, da Delfo guidato Da Sergio Brighenti, a Tornese, Crevalcore, Wayne Eden, The Last Hurrà, ed il celeberrimo Varenne.
© Archivio Studio Fotografico Rossellini
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