Convegno infrasettimanale da San Siro con diverse prove di qualità. La moneta più ricca del pomeriggio era il Premio Dormelletto, condizionata sui 1700 metri in pista media riservata ai giovanissimi che potrebbe fungere da trampolino di lancio verso il Campobello o addirittura verso il Gran Criterium. Reduce da un vittorioso percorso d’avanguardia a Capannelle, Bell’Imbusto ha ripetuto anche a San Siro un vigoroso percorso di testa: con Dario Vargiu in sella, il cavallo di Alduino Botti ha scandito ritmo allegro e non ha mai permesso ai rivali di avvicinarlo. Una vittoria autorevole, che impone per il portacolori di Gaetano Ledda un confronto con coetanei di livello. Il team Botti ha fatto en plein grazie a Sens Of Emperor, finito bene alla distanza a battere Karaki, che era apparso un filo in difficoltà a inizio dirittura ma si è ripreso e ha lottato sino in fondo. The King Geremia ha seguito dal via il vincitore ma nei 150 finali ha accusato la fatica calando e chiudendo quarto. Mai nel vivo Callistemon.
Il pomeriggio proponeva poi tre HL molto interessanti. In lista di attesa già da diversi turni, Tempus Iggannadu ha finalmente trovato la sua corsa nel Premio Quadronno, sui 1600 metri in pista grande per cavalli di 3 anni e oltre: pennellato da Antonio Domenico Migheli, il grigio si è esibito in una splendida progressione al largo di tutti per stampare sul filo di lana un generoso Armageddon, con Dulciboy terzo a ridosso e Najmuddin quarto dopo aver corso da leader sino ai 150 finali.
Reduce da un’ottima estate varesina, Desire To Fire ha confermato l’ottimo momento di forma anche in queste prime uscite autunnali a San Siro: quarto con qualche recriminazione (percorso poco pulito) nel Premio Trenno HP, l’allievo di Diego Dettori si è rifatto con gli interessi nel Premio Armando e Roberto Renzoni, sui 2000 metri in pista grande per cavalli di 3 anni e oltre: acquattato dietro Notturno Ligure (pungolato lungo il percorso da Allimac), il portacolori di Alessio Laudani si è portato ai lati del battistrada in retta anticipando le mosse di Siberius, ai 300 finali ha allungato di scatto e ben sostenuto da Nicola Pinna ha respinto sino in fondo ai tentativi del rivale di Cristiano Fais, che comunque si è confermato in ripresa. Per il terzo posto Tout A Fait si è salvato dalla gran rincorsa di Siang.
Ovvio, il riscatto: quarto all’ultima uscita con tante recriminazioni per non avere trovato spazio nel momento topico, l’allievo di Marco Gasparini si è rifatto con gli interessi nel Premio Paolo Vietto Violi, l’Handicap limitato sui 1200 metri in pista dritta per cavalli di 3 anni, piazzando una stilettata micidiale con cui ha “impallinato” i rivali di giornata. Eppure anche stavolta per un attimo si è paventato il rischio di un percorso sfortunato, ma Gavino Sanna è stato bravissimo a incunearsi tra i cavalli e il suo allievo ha piazzato un cambio di marcia notevole, togliendosi così la qualifica di maiden. Stampati in zona traguardo Sopran Chris, Puo Succede e Torch Lit, terminati in quest’ordine nel classico “fazzoletto” e tutti molto validi nelle loro prestazioni.
L’eccezionale score del team Tavazzani si arricchisce con un altro successo. Per papà Aldo siamo a quota 14 centri da trainer nell’annata, di cui 10 sulla pista milanese; per la sempre più brava Virginia le statistiche dicono 11 vittorie dal 1 gennaio, 8 delle quali a S.Siro anche se la “perla” rimane l’affermazione nel Domenico e Sergio Arnaldi a Roma, il giorno del Derby. A Milano il team viaggia su una straordinaria percentuale realizzativa del 50%, per di più ottenuta con soggetti che stanno andando ben al di là elle aspettative, come ad esempio Souvlaki che in questa Coppa D’Oro Emilio Badini, valida come qualifica al Premio Bottanelli, ha centrato la terza vittoria nelle ultime quattro uscite: in testa dal via, la figlia di Helmet è ripartita in retta appena si è paventata la minaccia di Solfeggio e non si è fatta avvicinare. Accoppiata tutta al femminile con la portacolori di Danila Cherio e Eugenio Goldin, mentre Voluntary ha concluso terza per vie interne.
All’esordio sulle piste italiane, Captain Magnum si è presentato bene centrando la vittoria nel Premio Museo del 900, la maiden sui 1000 metri in dirittura per cavalli di 2 anni: ora agli ordini di Luciano Vitabile difendendo la giubba del signor Luigi Ginobbi, l’ex allievo di Archie Watson ha corso ai lati di Many Kisses per passare ai 200 finali e mantenere a distanza di sicurezza Fulgentia, costretta a manovrare dallo steccato verso l’esterno per superare Many Kisses e seguire il vincitore al traguardo. Many Kisses è calata nell’ultimo furlong chiudendo terza, il deb Ormeasco dopo avvio poco brillante ha perso contatto ai 300 finali.
Arrivo spettacolare nel Premio Masate, l’handicap sui 1700 metri in pista media per i cavalli di 3 anni che ha chiuso la riunione: se la sono giocata in foto i due allievi di Stella Giordano: Lekhin, ai lati del battistrada sin dal via, ha temporeggiato il più possibile in retta, rompendo gli indugi solo ai 300 finali e tentando l’allungo su Rosetta O’Hara, i due seguiti da Trafalgar alla ricerca disperata di un varco: varco che si aperto solo ai 100 finali, in tempo comunque per permettere ad Antonio Fresu di lanciare la sua allieva che sul palo ha apparigliato e beffato il compagno di box, mentre al largo di tutti è finita fortissimo Lady Bardiggiana battendo per il terzo posto Rosetta O’Hara.