Nel 1898 nacque una delle prime e più importanti scuderie, che diede un’impronta a tutto l’allevamento moderno: la Razza Dormello-Olgiata di Federico Tesio. Il “mago di Dormello” portò nelle corse più prestigiose, comprese quelle disputate sulle piste del galoppo di San Siro, grandi campioni ricordati ancora oggi. Proprietario di scuderia, allevatore e allenatore, ma anche studioso e uomo amante dell’arte e della scienza, Tesio imparò sul campo il delicato lavoro della selezione di fattrici e stalloni.
I cavalli di Federico Tesio.
© Biblioteca Ippodromi di San Siro
Trenno – Federico Tesio un grande proprietario e allevatore italiano.
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La passione di Tesio per l’ippica passò attraverso gli studi di Darwin e Mendel sull’ereditarietà dei caratteri genetici, ma più di ogni altra cosa furono le sperimentazioni degli incroci di razze equine a decretare il successo della razza dormelliana.
“Racing calendar”, 1773. Un calendario delle corse, utile per stimare le prestazioni di un cavallo nell’arco annuale.
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“The general stud book”, 1891. Sul libro genealogico si trovano informazioni preziose sui purosangue, l’allevamento e i primi progenitori di razza.
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“Libro geneaologico (stud book) dei cavalli di puro sangue importati o nati in Italia”, 1889.
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“The american stud book in seven volumes”, 1898.<
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Gli studi genealogici sul trotto vennero sistematizzati a partire dagli anni Venti del XX secolo, in particolare grazie alla figura del conte Paolo Orsi Mangelli (1880-1977), che ben presto capì che gli aspetti fondamentali per dare vita ad un campione erano la genealogia e le prestazioni in pista, e per questo motivo studiò tutte le pubblicazioni specializzate con gli alberi genealogici e i risultati nelle corse. I suoi studi sulla genealogia presero forma nel suo allevamento: i primi “ospiti” furono una quindicina di fattrici, mentre in seguito iniziò ad importare campioni americani, perché a quei tempi i trottatori allevati negli Stati Uniti erano i più veloci del mondo.
Il conte Paolo Orsi Mangelli in posa con il cavallo Erro.
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Babau, il primo cavallo del conte Paolo Orsi Mangelli. Questo puledro sauro di tre anni s’impose nelle tre prove d’obbligo del Gran Premio d’Allevamento a Milano e con il tempo di 1.30 al km, che in quegli anni corrispondeva ad un primato eccezionale.
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Bollettino dell’associazione nazionale degli allevatori del cavallo trottatore. Anno 1961.
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Bollettino dell’associazione nazionale degli allevatori del cavallo trottatore. Anno 1972.
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P. Castelvetro, “Il trottatore americano e francese : origini e sviluppi delle due razze”, 1953.
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The Laurel Hall – stallone importato nato nel 1900 negli USA, era figlio di Peter The Great, che rappresentava una delle due grandi linee del trotto americano. Era il padre sia di trottatori che di ambiatori. Tra i figli celebri ricordiamo: Prince Hall, Filibustiere, Floridoro e Fuoco (tutti e tre nati nel 1936), Inverno (n.1938) e Loreto (n.1939).
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Loreto, nato nel 1939, era considerato dal conte Paolo Orsi Mangelli il più completo cavallo nato nel suo allevamento. Era figlio di The Laurel Hall.
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Prince Hall, nato in USA nel 1930, esordì in Italia nel 1935 e vinse. Fu il padre di Mistero (n.1940), il cavallo che vinse il Grand Prix d’Amérique (prima di lui nessun altro trottatore allevato in Italia, era riuscito nell’impresa).
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Truax – stallone importato (nato nel 1921 negli USA) acquistato dal Conte Paolo Orsi Mangelli nel 1933. Era padre sia di trottatori che di ambiatori.
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Quando il conte Paolo Orsi Mangelli sostenne l’istituzione di un ente in grado di organizzare, gestire e controllare corse e allevamenti, Federico Tesio colse l’importanza dell’iniziativa e ne fu tra i collaboratori più partecipi. Nel 1932 con un “Regio Decreto” venne istituito l’UNIRE (Unione nazionale incremento razze equine), grazie al quale vennero incentivati l’allevamento e il miglioramento delle razze equine da competizione, ed in particolare dei trottatori italiani e dei purosangue inglesi.
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Il purosangue è la razza equina più veloce e prestigiosa al mondo; la nascita della stessa risale, con tutta probabilità al ‘700, quando vennero importati in Inghilterra tre stalloni, di origine araba, che si rivelarono fondamentali: Byerley Turk, Darnley Arabian e Godolphin. L’incrocio di giumente indigene anglosassoni e non solo con i tre stalloni, mescolò resistenza e velocità per fornire una razza eletta; per questo motivo il grande Federico Tesio amava definire i purosangue come “i più perfetti tra i bastardi”.
STAMPE E IMMAGINI STORICHE
Ribot (1957)
© Archivio Ippodromi di San Siro
Punta Gorda
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I GRANDI GALOPPATORI DI MILANO
Quadri
© Archivio Ippodromi di San Siro
IMMAGINI DEI GRANDI PROTAGONISTI
Scatti fotografici
© Archivio Ippodromi di San Siro
Scatti fotografici
© Archivio Ippodromi di San Siro
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STAMPE E IMMAGINI STORICHE
Tornese (1952)
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Stampe e immagini storiche
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Sharif Di Jesolo (1969 – padre di Indro Park. Fu il più importante stallone indigeno italiano)
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I GRANDI TROTTATORI DI MILANO
Opere pittoriche
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IMMAGINI DEI GRANDI PROTAGONISTI
I grandi protagonisti
© Foto Enzo De Nardin – Archivio Ippodromi di San Siro
Zaid (1973)
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I cavalli e le corse al trotto e al galoppo hanno sempre affascinato gli artisti di ogni epoca. Nell’Archivio degli Ippodromi di San Siro sono stati rinvenuti diversi esempi pittorici e grafici, con varie rappresentazioni del cavallo con tecniche e stili differenti.
Queste 3 piccole grafiche rappresentano le attività dell’Ippodromo del Galoppo di San Siro: le corse e gli eventi collaterali.
© Archivio Ippodromi di San Siro
© Archivio Ippodromi di San Siro
Incisioni originali realizzate con la tecnica dell’acquaforte, dell’artista Gian Luigi Giovanola, contenute nella cartella “I cavalli di Giovanola” – opera creata dalle Edizioni Museo Storico del Trotto.
© Archivio Ippodromi di San Siro
Stampe d’artista
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Quadro che rappresenta il Gran Premio di Milano del 1955. Opera pittorica di Eugène Péchaubès (firmata).
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Quadri rappresentanti cavalli in corsa.
© Collezione privata – quadro conservato presso Ippodromo San Siro
Stampa creata dal poeta Antonio Guerra (detto Tonino) in occasione della 31a Mostra Convegno Expocomfort del 1998.
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Piccolo acquerello che rappresenta i cavalli lanciati al galoppo durante una corsa. Sullo sfondo uno skyline di Milano dove sono ben riconoscibili le linee del Duomo e della Torre Velasca.
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